lunedì 25 febbraio 2008

Un Uomo. Una Storia
L'introduzione di Michele Petullà

"Un uomo.Una storia" racconta la sfortunata e tragica ritirata dalla Russia del Corpo d'Armata Alpino, avvenuta durante l'inverno 1942-43, che fu tremendamente gelido e lungo.Uomini, spesso ragazzi poco più che diciottenni condussero una vera e propria lotta per la sopravvivenza, scrivendo sulle scene della storia, tra la neve e il ghiaccio, pagine di sacrificio e sofferenza più grandi di ogni umana immaginazione. Questa storia riporta alla luce della conoscenza, del ricordo e della memoria una tremenda vicenda umana vissuta anche da molti figli della nostra terra di Calabria e che non va dimenticata e consegnata all'oblio.Perchè solo chi ha memoria del passato può rendere onore agli uomini il cui destino si è ormai consumato. Quel destino che non hanno scelto, come gli eroi avidi di gloria e di conquista ma che non hanno nemmeno subito come una condanna. Lo hanno invece vissuto con grande umanità e coraggio, da eroi silenti.Molti di loro non ce la hanno fatta.Sconosciuti compagni di viaggio che hanno sofferto e sono morti in quella terra lontana e fredda, tra nevi e ghiacci inattesi senza la presenza di intimi affetti, durante sanguinosi combattimenti o sfiniti dalla fame e dal freddo. Ci sono avvenimenti, fatti, giorni che fanno indissolubilmente parte della nostra memoria, anche se non li abbiamo direttamente e personalmente vissuti, e chi non ha la memoria storica del prorio passato non può costruire il proprio futuro.Per questo è importante riconoscere gli errori del passato affinchè tragedie del genere non abbiano più a ripetersi.Eroi di fronte alla vita e alla morte perchè, in condizioni estremamente e desolatamente proibitive hanno affrontato il loro destino e la loro storia con supremo spirito di sacrificio e di coraggio estremo.Un'ingegnosa comunità di soldati, disposti al dovere, che ha combattuto con fierezza senza successo e, infine, con il suo spirito di adattamento ha operato per un traguardo di sopravvivenza. Eroi, tanto semplici e umili quanto pazienti e tenaci contro un destino immensamente e impietosamente più grande di loro.Ricordare, raccontare i momenti di quella storia piena di sofferenza, tenere desta la memoria non sarà mai abbastanza per rendere omaggio a quegli uomini mandati a morire per niente in quella guerra maledetta, ingiusta e sbagliata come tutte le guerre, decisa come sempre dai potenti della terra ma combattuta da uomini semplici, spesso contadini in divisa attraverso il ricordo delle vicende vissute dal nostro protagonista emerge il ricordo di tutti quelli che con lui hanno condiviso e sofferto quell'esperienza tragica e seppur mutilati e invalidi sono riusciti a tornare alle loro case, nonostante i compagni lasciati dietro caduti nella neve fredda e straniera, quella neve che, pur greve nella sua intensità sembrava scendere pietosa per ammantare gli esiti mortali dei combattimenti.

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