sabato 23 febbraio 2008

Un uomo. Una Storia.
Un libro di M. Mellea e M.Petullà
Un commento di Lucia Sabatino

Cicciarello aveva poco meno di 18 anni, abitava in un piccolo paese della Calabria e faceva il contadino a mezzadria insieme a tutta la sua famiglia per un nobiluomo locale.

Amava la sua terra, i suoi luoghi e il vento che scuoteva le foglie dell'olmo piantato nella piazza di Montepaone.

Viveva in laboriosa e dignitosa povertà, contento di stare tra i suoi amici e parenti, ma con il sogno ogni giorno più pressante di andare lontano, in giro per il mondo.

Diventare alpino. Uscire da Montepaone. Andare in città. Seguire le orme del fratello Saverio divenuto carabiniere.

Arruolarsi come pretesto per lasciare il povero paese e inseguire nuovi orizzonti.

E così il giovane contadino calabrese lasciò Montepaone per diventare alpino nella "Cuneense" con il desiderio non già di essere un feroce guerriero al servizio delle mire espansionistiche di Hitler e Mussolini, ma un militare itinerante per i vari paesi dell'Europa.

E' il punto di svolta del libro di Marcella Mellea e Michele Petulla' "Un Uomo.Una Storia", Adhoc Editore, 2008, Vibo Valentia.

Il contadino lasciò la bucolica, bellissima e tenerissima Provincia di Catanzaro, lasciò Montepaone abbracciato tra la collina di uliveti e il mare cangiante, per iniziare un lungo viaggio che l'avrebbe portato in Russia a combattere una crudele e logorante guerra, e non contro i russi, essi stessi contadini, ma una lotta contro la morte.


Una lotta per sopravvivere, una lotta fatta ogni giorno di ordini, espedienti, di corpo e membra doloranti, di lunghe marce e di sterminate pianure.

Una lotta dove sopravvivere era l'unico imperativo, nonostante il freddo e il pianto, nonostante le lettere che arrivavano a singhozzi, nonostante le divise invernali che mancavano e i vestiti inadatti anche alla semplice sopravvivenza.

Malvestiti e male armati, con un comando e una logistica inadeguta, gli Italiani resistevano e si decimavano. Combattevano, morivano, resistevano e si decimavano.

La paura, gli stenti, i compagni uccisi, il sangue che imbrattava i fiumi scossero profondamente il cuore del ragazzo.

Quando una granata uccise i suoi campagni e lasciò Lui illeso, attanagliato dalla paura e febbricitante, ma confuso di gioia per essere sopravvisuto, ebbe l'apparizione del suo Santo Protettore San Francesco di Paola (vide proprio Lui, identico alla statua che si portava in processione nella festa del patrono a Montepaone) e da quel momento seppe che sarebbe tornato a casa a riabbracciare i suoi perchè avere per Amico e Protettore il suo San Francesco significava la differenza tra la vita e la morte, nonostante i patimenti e le prove che avrebbe dovuto sopportare.


Poi iniziò la rititrata del Corpo di Armata Alpino in Russia e le divisioni Cunense, Tridentina, Julia, Vicenza finirono per formare un fiume in rotta di superstiti in fuga per il ritorno a casa.


"La semplice narrazione degli avvenimenti non può dare l'esatta misura della tragedia che si abbattè sulle nostre Divisioni in ritirata e tanto meno dello sforzo eroico che ogni reparto, ogni alpino, dovette compiere per tentare di vincere il nemico e le avversità ambientali della steppa gelata, senza viveri, senza riparo, esausti, assiderati, senza possibilità di sostare per non rimanere vittime del gelo e del fuoco nemico, costretti ad andare all'assalto per superare uno a uno gli sbarramenti nemici."


Molti perirono in quell'inferno, molti furono fatti prigionieri e ancora altri ne morirono. I superstiti tornarono in Italia come tornò Cicciarello, con la profonda impressione che la sua vita di fanciullo povero e libero nessuno gliela avrebbe più ridata.


Può un uomo semplice, un contadino di Montepaone cambiare la storia del mondo, non già come fanno i grandi uomini, ma come gli individui che tentano disperatamente di sopravvivere?


Gli autori del libro "Un uomo.Una Storia" pensano che il ricordare, il non dimenticare cambi la storia. Perchè chi non dimentica sa e fa e semina progetti per i suoi figli che cambieranno il mondo.


D’altronde Lorenz sostiene che il semplice battito di ali di una farfalla in Amazzonia potrebbe determinare un terremoto a Los Angeles.


E' la Teoria del caos secondo la quale nei calcoli della Storia i grandi avvenimenti determinano grossi sovvertimenti, ma che non siamo ancora in grado di capire che direzione ha preso la storia del mondo soltanto perchè un contadino calabrese di Montepaone si e' arruolato negli Alpini della Cuneense, ha combattuto nella Campagna di Russia nella II guerra mondiale e si è salvato grazie alla sua forza interiore e al suo spirito di conservazione.


Lucia Sabatino


Un Uomo.Una Storia. Adhoc Editore, 2008, Vibo Valentia

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