sabato 1 marzo 2008

Grandezza della dimensione privata
in "Un Uomo. Una Storia"
Un commento di Angela Galloro

E’ un bel libro, frutto di grande sensibilità e di una predisposizione al ricordo, al sentimento e a tutto quello che c’è stato e che va conservato con cura.
Gli autori sono abilissimi nel testimoniare come la storia di un uomo può unirsi a quella di tutti gli uomini e diventare passo dopo passo memoria collettiva riscattando gesti quotidiani in una prospettiva più ampia e articolata e senza dubbio eroica.
Il libro permette di cogliere la grandezza della dimensione privata, dei valori eterni e immutabili del lavoro, dell’amore e della famiglia.
Stigmatizza come gli eventi obblighino il nostro protagonista a diventare subito adulto e ad accollarsi anzitempo la responsabilità della Storia, quella con la S maiuscola.
Il ricordo di lui e di quegli uomini che come lui hanno combattuto resta marchiato a fuoco nella storia dell’umanità intera e nelle nostre menti.
Nella profondità del nostro essere siamo noi i maggiori destinatari dell'insegnamento degli eroi del quotidiano, siamo noi i continuatori diretti della memoria personale e storica di chi per i Signori della guerra, invece, valeva meno di un mulo.
Mi commuovono sia le immagini del bambino che scorrazza per le campagne del suo paese sia quelle dell'affascinante ventenne con il cappello e il mantello di alpino, sia il "vecchio alpino" che lacerato e ferito torna in patria in mezzo a un treno di gementi feriti.
Sembra davvero troppo per una persona sola.
Nel libro si parla di un’esistenza comune, ma nello stesso tempo straordinaria nella sua semplicità, si parla di un eroismo dimesso e insieme una solidarietà “di pace”, una religiosità profonda e insieme concreta, fatta di genuini comandamenti, di disinteressato amore verso il prossimo, uno spirito di sacrificio e insieme una perenne e ironica allegria.
Mi piace ricordare quanto scrive Paulo Coelho: "Noi siamo tutti protagonisti delle nostre vite e tante volte sono gli eroi anonimi che lasciano i segni piu' profondi".

Angela Galloro

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