mercoledì 2 aprile 2008

In libreria
I seni di sant'Agata
Un romanzo sull'amore
Scritto da Carla Gigliotti

Quella seconda domenica di dicembre del 1907, a dispetto del pessimo tempo del giorno precedente e dei tuoni minacciosi che avevano accompagnato le prime ore del mattino, fu una calda giornata di sole, tanto da sembrare una seconda estate di san Martino”.
Questo l’incipit dell’avvincente romanzo della vibonese Carla Gigliotti, edito pochi mesi fa da Calabria Letteraria.
Una storia, come scrive Pino Cinquegrana nella prefazione, ‹‹ in cui il filo conduttore resta l’amore, capace di far compiere le azioni più meritorie e le più nefande ››.
La vicenda narrata con toni piani e nello stesso tempo incalzanti per l’interesse che suscita nei lettori, è ambientata nella Calabria degli inizi del ‘900, quando non era ammissibile che le sorelle minori si sposassero prima della primogenita e dove tutti sanno di tutti, con quell’incontrarsi quotidiano nelle rughe o nelle chiese o nelle botteghe delle sarte o, ancora, nelle processioni di paese.
In questo contesto si dipana la vicenda della protagonista del romanzo, Agata Calendro, che porta il nome della martire siciliana con la quale condivide anche la sofferenza per “l’amore non voluto, non desiderato, non ricambiato”. Tante le figure che fanno da corollario alla storia: il banditore, il prete, il barbiere, il sindaco. E poi le donne “regine solitarie”, con le loro passioni, i loro turbamenti, le intime sofferenze.
Tanti i riferimenti storici che fanno da sfondo al romanzo. Tra questi, lo sbarco dei Mille, la guerra di Etiopia, al flagello del terremoto.
Accanto ad Agata, quello “sventato” di Alvaro Brugheria che, spinto dalla madre ad andare a dichiararsi alla ragazza, per il primo incontro si mette il vestito buono di suo padre, morto nella campagna d’Africa.
Un appuntamento dal quale prende l’avvio il romanzo che, come si legge nell’ultima di copertina, “non è una storia d’amore, ma un racconto sull’amore, l’amore rabbioso, vigliacco, scandaloso, esitante, smargiasso, folle, irriverente. L’amore non ricevuto oppure mai dato, quello tolto”.
L’imposizione delle nozze e poi la clausura sono i punti cruciali attraverso cui si snoda un racconto davvero bello da leggere per quello stile che richiama gli scrittori veristi e per quei riferimenti alla quotidianità della vita dietro cui si nascondono misteri esistenziali che hanno nella saggezza e nei riti sempre uguali degli anziani il loro fondamento.
Dal il Quotidiano del 30.01.2008 Franco Pagnotta

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