sabato 29 marzo 2008

"I seni di sant'Agata" di Carla Gigliotti
una narrazione limpida e avvincente

L’obbligo di sposarsi, nella Calabria dei primi anni del Novecento, e le riluttanze della protagonista del romanzo, “I seni di sant’Agata” (Calabria Letteraria Editrice, gruppo Rubbettino, 2007), di Carla Gigliotti (Vibo Valentia, 1973) rappresentano il fulcro di una narrazione limpida e avvincente.
Si tratta di un romanzo di esordio che rivela la scrittura sicura di Carla Gigliotti e la sua abile costruzione narrativa, in grado di ideare e condurre il filo dell’ambientazione storica e di ricorrere a interi segmenti di diritto di famiglia italiano (uno dei capitoli del romanzo “insegue” narrativamente il codice civile del 1865), senza appesantire la fluidità complessiva del racconto.
Se si guarda al volume “I seni di sant’Agata”, in controluce, si finisce per essere catturati da un unico leitmotiv: l’amore che “non ha bisogno - osserva Giuseppe Cinquegrana nella prefazione - di risposte, d’intermediari e cerimoniali”.
Lo snodarsi dell’intera storia scorre, pagina dopo pagina, attraverso un inchiostro fluido, a tratti ironico, sicuramente icastico. Perché siamo di fronte a un inchiostro fluido, ironico e icastico? Ecco uno stralcio del libro, “I seni di sant’Agata”, che rivela la capacità di tradurre in immagini insita nella scrittura di Carla Gigliotti: “(…) Nei balconi cumuli di lana ad asciugare e l’aria satura dello stridio delle cicale. Il ragazzo aveva ricevuto da qualche giorno il rifiuto di Agata - si legge a pagina 18 - e, per una sorta di ripicca e di rivalsa per il malo modo in cui era stato liquidato, aveva deciso di trovare al più presto una fidanzata (…)”.
C’è qualcosa, in più, da annotare su questa prima prova narrativa: la padronanza introspettiva dell’autrice. Alcuni stati d’animo (e le note e le accentuazioni emotive) dei personaggi ideati sono resi con un tratto netto: “Il suo era un telegrafico e indiscutibile no”, si legge in un passaggio del libro, dedicato alla “inclinazione oppositiva” della protagonista del romanzo alla coercizione (e anche a quella forma di coercizione che, in altri tempi, si applicava alle nozze).
Francesca M. Monizzi-AREAlocale

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